Usciti da Porta Cassara, portiamoci a sinistra, verso il parcheggio, dove un tempo sorgeva la gloriosa Arena dedicata a Carlo Didimi.
Treia, oltre al Didimi vanto' numerosi campioni che resero famose le due squadre locali del gioco del pallone col bracciale, per sette volte fregiatesi del titolo di campione d'Italia; poi, quando, intorno agli anni Sessanta,il gioco cadde in disuso, cessarono le competizioni ufficiali e il pallone torna a volare nell'Arena soltanto in occasione della Disfida.
Proseguendo oltre l'Arena, ci portiamo verso PORTA VALLESACCO, la piu' celebre e la piu' bella fra le porte cittadine, monumento nazionale, che fu teatro della piu' volte ricordata battaglia combattuta nel 1263 dai Montecchiesi contro Corrado d'Antiochia.
Ma la struttura della Cattedrale, che da questo punto appare in tutta la mole ciclopica, ci richiama ad una visita accurata a questa chiesa, le cui fondamenta iniziano molto piu' a valle, giu' nella piana, dove cessano gli scoscendimenti dell'arenaria.
Salendo la scalinata si arriva, alla fine di un vicolo, in piazza Piave, da dove si puo' accedere alla CATTEDRALE. Questa Chiesa, dedicata all'Annunziata, sorge sul piu' settentrionale dei colli, sui resti della Chiesa del XII secolo, di cui e' sicuro avanzo la torre campanaria. L'attuale struttura e' stata realizzata nel XVIII secolo, su disegno del celebre architetto romano Andrea Vici; la Chiesa, consacrata il 29 settembre 1814 da San Vincenzo Maria Strambi, e' disposta a croce greca, con pareti a stucco e con colonne e pilastri di ordine corinzio.
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Sono degni di nota: il coro in legno pregiato posto nella conca absidale, al di sopra del quale si puo' ammirare una Annunciazione che e' una copia del quadro di Guido Reni che si conserva nel Quirinale; il tumuletto del Cardinale Grimaldi, benefattore di Treia e della sua Cattedrale, in marmi pregiati, ai margini del quale sono poste due statue raffiguranti gli apostoli Pietro e Paolo, attribuite ad Andrea Bregno; l'altare del SS. Sacramento, in legno dorato, opera artigianale del Cinquecento; accanto a questo un vigoroso busto in bronzo dorato di Sisto V, di inestimabile valore, opera di Bastiano Torrigiani, detto il Bologna; l'immagine della Madonna della Colonna raffigurata in una pietra , sicuro avanzo della vecchia Collegiata; il quadro della Vergine incoronata da Pio VII, a Tolentino, di ritorno dalla prigionia napoleonica; in sagrestia, due quadri di Giacomo da Recanati; altre numerose opere d'arte tra cui la pala d'altare dell'Assunta di Vincenzo Pagani nella vastissima cripta.
Usciti dalla Chiesa, portiamoci per un attimo verso Piazza Marconi, per vedere tra i numerosi splendidi palazzi che vi si affacciano, il PALAZZO VESCOVILE, interamente in cotto, sobrio e severo, sulla cui facciata spiccano stemmi e blasoni di vescovi e prelati.
Ritornando indietro, imbocchiamo, ora, la salita di Via Lanzi sulla quale fanno bella mostra di se' altri magnifici palazzi gentilizi, a cominciare dal PALAZZO RUSPOLI-GRIMALDI, nel cui atrio si conservano alcuni reperti archeologici della romana Trea, tra i quali alcuni resti della strada che si collegava alla Flaminia, il cosiddetto "diverticulum" e delle antiche mura.
Su questa via si affaccia anche il palazzo dove nacque il grande Luigi Lanzi: una lapide posta sulla facciata del palazzo lo ricorda al "viator".
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Ed eccoci, finalmente, in PIAZZA DELLA REPUBBLICA, definita, giustamente, una delle piu' belle e caratteristiche delle Marche.
Il luogo e' strepitoso. Un grande invaso che improvvisamente interrompe il percorso stradale e si apre su un balcone panoramico di proporzioni immense, un anfiteatro naturale con sfondamento sul paesaggio sottostante. Cosi' come e' strutturata, con il piano carrabile ad un livello piu' basso e con il contorno di leggiadri palazzi, resi ancora piu' esili dal gioco degli archi, costituisce il centro della vita treiese, anche per l'importanza ed il ruolo dei palazzi che la circondano.
Su tre lati e' dominata da una balaustra a ferro di cavallo, sopraelevata rispetto al piano rotabile, al centro del quale e' posta una fontana in bardiglio bluastro. Il lato orientale e' costituito da una balaustra marmorea opera di Andrea Vici, al centro della quale si puo' ammirare il monumento a Pio VI, elevato nel 1785 in onore del Pontefice che grandi meriti acquisi' presso i treiesi; sugli altri tre lati si ergono la Chiesa di San Filippo con annesso convento, il Palazzo Comunale e l'Accademia Georgica.
La CHIESA DI SAN FILIPPO, opera degli architetti Antinori ed Augustoni, conserva otto statue di Gioacchino Varle', raffiguranti gli evangelisti ed i dottori della Chiesa; nei quattro altari laterali sono riposti i corpi di altrettanti martiri trasportati a Treia da catacombe e cimiteri di Roma, per interessamento del Cardinale Grimaldi. Vi si conserva anche un prezioso crocifisso ligneo proveniente dalla Chiesa di San Marco, esistente un tempo nel Piazzale Trento e Trieste, nonche' il bastonne di San Leonardo da Porto Maurizio, che fu grande predicatore, famoso per librarsi in aria durante le omelie, che fu anche a Treia. Attualmente la Chiesa, non ufficiata, e' utilizzata per mostre di pitture e sala convegni, mentre i locali attigui dell'ex convento dei Filippini sono sede di uffici comunali.
Il PALAZZO COMUNALE, sulla cui facciata si notano stemmi e blasoni di varie casate che dominarono Treia, nonche' uno stupendo altorilievo in travertino raffigurante la Madonna di Loreto, compatrona di Treia, con la scritta “posuerunt me custodem”, e' di epoca rinascimentale e costituisce il frutto di una singolare quanto perfetta operazione di fusione di due distinti palazzi, il Palazzo della Comunita' e quello dell'Abbondanza, testimoniata, oggi, soltanto dalla disuguaglianza degli archi e dei portici; si notera', infatti, che gli archi e le colonne di settentrione sono notevolmente piu' leggiadri rispetto agli altri, il che fa acquistare al Palazzo, visto all'inizio di Corso Italia, una notevole profondita'. Nei piani superiori il Palazzo ospita gli uffici comunali, mentre il primo piano e' adibito a pinacoteca comunale che ospita circa 80 quadri tra i quali la preziosa tela del Bonisoli raffigurante il “Martirio di cinque francescani in Marocco” dalle dimensioni di cm 415x588.
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L' ACCADEMIA GEORGICA, e' opera del grande Valadier; nelle antiche sale di questo Palazzo si conservano pregevoli opere d'arte, nonche' documenti della storia locale, suddivisi in incunaboli, manoscritti, pergamene, bolle pontificie ed imperiali.
Nei suoi locali si conserva anche l'Archivio Storico Comunale.
Oltrepassata Piazza della Repubblica, imbocchiamo Corso Italia Libera, sulla cui destra si staglia un elegante palazzo dalle forme rinascimentali che fu gia' sede della CONGREGAZIONE DI CARITA' (antico ospedale), sulla cui facciata spicca un grazioso rosone a bassorilievo, di ignoto artista cinquecentesco, rappresentante una traslazione; attualmente il Palazzo, che e' di proprieta' comunale, ospita il circolo cittadino.
Poco oltre, a sinistra, dove il corso si interseca in Via Bonvecchi, sorge la casa che diede i natali a Don Pacifico Arcangeli , eroico cappellano militare, caduto durante la prima guerra mondiale, a cui e' stata conferita la Medaglia d'oro al Valor Militare.