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La Cattedrale

è stata progettata da Andrea Vici, discepolo del Vanvitelli, ed è considerata uno dei maggiori templi delle Marche per ampiezza maestosità e purezza delle linee. Tra le sue innumerevoli opere d’arte si ammirano una Deposizione di Cristo nel Sepolcro di Vincenzo Pagani, La Madonna appare ai Beati Pietro da Treia e Corrado da Offida presso il convento di Forano, pregevole opera di Giacomo da Recanati, un busto di Papa Sisto V opera di Bastiano Torrigiani detto il Bologna. Copia del busto si conserva presso il Victoria and albert Museum di Londra. 

 

 



 

Chiesa di S. Michele

 

è in stile romanico con elementi gotici, già annessa ad un castello longobardo di cui è testimonianza la torre merlata detta dell’Onglavina. La chiesa è caratterizzata da abside quadrata e interno a tre navate divise da pilastri su cui si posano grandi archi goticizzanti, le cui pareti si innalzano fino al soffitto a travatura scoperta. Le finestre, alte e strette, terminano con archetti gotici. Il tempio è tutto in laterizio; gli affreschi venuti alla luce sotto l’intonaco nelle pareti perimetrali (sec. XII e XVI) sono di carattere votivo.


 

 

Chiesa di Santa Chiara

 

si trova di fronte a quella di San MIchele, in stile barocco,conserva una preziosa statua della Madonna di Loreto portata dalle suore Visitandine stabilitesi nell’attiguo monastero delle Clarisse. La statua era stata esposta nella Santa Casa di Loreto al tempo della dominazione napoleonica, in luogo dell’altra portata a Parigi. Tradizione vuole che la statua conservata in Santa Chiara sia quella originariamente venerata a Loreto e che un nuovo scambio, successivo alla restituzione del prezioso simulacro da parte dei francesi, non sia mai avvenuto.

 


 

 

 

Chiesa di San Francesco

All’interno della città, in zone centrali ed a ridosso delle mura di levante, nel XIII secolo fu edificata una nuova chiesa che fu dedicata a S. Francesco nell’anno 1300.

La primitiva struttura gotica della chiesa fu ampiamente ristrutturata fra il XVII e il XVIII secolo ad opera dell’architetto Giovanni Battista Rusca da Lugano.

Dall’antico edificio che probabilmente all’interno aveva le pareti ricoperte da pitture, sono giunte fino a noi due porzioni di affresco del XVI secolo.

Il primo si trova in una nicchia muraria posta dietro il primo confessionale posto a destra entrando ed è visibile solo spostando le tendine, sedendosi al posto del confessore ed accendendo una lampada predisposta all’uopo.

Vi è rappresentata una “Pietà” fatta eseguire nell’anno 1549 che richiama i modi della pittura caldarolese di quel periodo.

Poco più avanti, nell’altare laterale di destra, nel lato sinistro dello stesso è possibile vedere la seconda porzione di affresco, anch’esso risalente alla prima metà del XVI secolo e rappresentante una Madonna con bambino e Santi. Anche questa pittura si potrebbe attribuire probabilmente allo stesso ambito culturale della precedente.


 

 

Chiesa Di San Filippo

La fondazione della Congregazione dell’Oratorio a Montecchio (Treia) avvenne nel 1631, ma sin dal 1626, S. Filippo figurava tra i compatroni della città. Il tempio attuale configura la ristrutturazione di un precedente, ampliato dal 1636 al 1641, ma con successivi completamenti almeno sino al 1731, quando venne consacrato l’altare maggiore. La chiesa seicentesca crebbe, assieme con i nuovi locali del Convento e dell’Oratorio, sui lotti dell’antica piazza del Cassero verso le mura.

La vecchia chiesa, più o meno completata, fu oggetto di un nuovo progetto architettonico per man dell’architetto comasco Pietro Augustoni sulla base del quale si pose solennemente la prima pietra il primo maggio del 1767. Nel 1773 venne coperto il tetto e nel maggio del 1778 – circa un anno dopo dalla fine dei lavori – venne officiata per la prima volta. La facciata, progettata dall’architetto Antinori, non venne mai eseguita.

L’interno si presenta ristrutturato su di un’originale pianta a navata unica, centralizzante lo spazio attorno due campate con volta a vela, su cui si affacciano due coppie di cappelle aperte su base concava. La zona presbiteriale, poco profonda e raccordata col coro, ospita due piccole cantorie che si sovrappongono a due tele di soggetto biblico, ritenute di scuola settempedana.L’altare maggiore espone una tela dipinta a Roma da ignoto con la SS. Trinità e S. Filippo.

Le prime due cappelle entrando mostrano dipinti di P. Ciaramponi, raffiguranti S Carlo Borromeo a destra e S. Antonio Abate a sinistra, che nasconde la statua di S. Patrizio. La seconda a sinistra mostra una tela del recanatese Falconi, raffigurante la Deposizione (restaurata nel dicembre 2005), che nasconde un un prezioso Crocifisso dipinto su legno (sec. XV) a forma di croce, proveniente dalla Chiesa di S.Marco, andata distrutta nel sec. XVII, provvisoriamente collocato nella Cattedrale, durante i lavori di restauro della Chiesa.

La Chiesa di S.Filippo conserva otto statue di Gioacchino Varlè, raffiguranti i quattro evangelisti e quattro tra i più importanti dottori della Chiesa; nei quattro altari laterali sono riposti i corpi di altrettanti martiri, trasferiti a Treia dalle catacombe di Roma, per interessamento del cardinale treiese Niccolò Grimaldi.

In una teca, si conserva il bastone di S.Leonardo da Poromaurizio, grande predicatore che venne anche a Treia, famoso per il fatto che durante le sue omelie, si librava in aria.

La Chiesa, non più officiata da oltre un ventennio, è stata recentemente restaurata e restituita al patrimonio architettonico del centro storico, segnatamente di Piazza della Repubblica in cui, insieme all'annesso convento dei Filippini, adibito ad uffici comunali, meravigliosamente si incastona.

 


 

 

Chiesetta dell'Addolorata e San Girolamo

 

 

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